La sindrome delle apnee ostruttive del sonno

“Mio marito russa per tutta la notte e spesso mi accorgo che va in apnea”,
“mi sveglio di frequente la mattina col mal di testa e mi sembra di non riuscire mai a riposare bene”,
“al lavoro non riesco a concentrarmi, mi addormento sulla scrivania”…
Sempre più spesso negli studi medici si ascoltano pazienti che riferiscono tali sintomi.
Viene infatti stimato che in Italia circa il 2% delle donne e il 4% degli uomini è affetta da disturbi respiratori durante il riposo notturno, in particolare dalla Sindrome delle apnee ostruttive del sonno o OSAS. Tale patologia, nonostante colpisca 1.600.000 Italiani, è tuttavia ancora sottovalutata e poco riconosciuta sia da parte dei pazienti sia dai medici, che spesso non considerano come un sonno poco ristoratore possa compromettere la salute e peggiorare la qualità di vita dei pazienti stessi.
L’OSAS è una forma di russamento interrotto da più o meno frequenti episodi di apnea durante la notte, causati da una lassità dei muscoli delle vie respiratorie superiori che collassando nel sonno determinano una netta riduzione e a volte una completa ostruzione del passaggio di ariaattraverso le vie respiratorie.
Fattori favorenti tale fenomeno sono, oltre ad anomalie anatomiche -come l’ipertrofia tonsillare-, il fumo, l’abuso di alcool e di farmaci favorenti il sonno e soprattutto il sovrappeso. Molte persone obese sono infatti affetta da tale patologia e questo ne spiega in parte la maggior incidenza, in particolare in uomini tra i 30 e i 60 anni di età.
I continui episodi apnoici, che nei pazienti gravi possono superare anche i 500 eventi in una notte, provocano una costante e inadeguata ossigenazione del sangue e -il più delle volte non avvertiti dai pazienti- continui microrisvegli che compromettono la loro qualità del sonno. I pazienti OSAS, pertanto, sono soggetti ad importante sonnolenza diurna, difficoltà di concentrazione, attenzione e memoria, depressione, cefalea mattutina e calo della libido: tutti sintomi che compromettono notevolmente la loro vita sociale e lavorativa. Inoltre possono essere molto frequenti i colpi di sonno durante la guida: si stima infatti che circa un terzo degli incidenti stradali riconosca questa causa con un conseguente significativo impatto sulla sicurezza stradale. Inoltre, è documentato da numerosi studi scientifici che la carenza di ossigeno durante la notte determina un’aumentata incidenza di malattie cardio-vascolari: ipertensione arteriosa di difficile controllo, infarto miocardico e ictus cerebrale. Questa patologia va quindi considerata un rilevante fattore di rischio cardio-vascolare, come l’ipercolesterolemia e il diabete mellito.
Quindi, ogni qualvolta un paziente lamenti tali disturbi o il partner riferisca russamento ed episodi apnoici notturni, è importante effettuare una valutazione specialistica con un esame che permette di diagnosticare tale patologia: la polisonnografia o monitoraggio cardio-respiratorio notturno, un esame semplice, indolore e senza controindicazioni. Per un’intera notte, il polisonnigrafo, un piccolo strumento posizionato sul corpo, rileva una serie di parametri respiratori, cardiaci ed eventualmente neurologici attraverso cavi e fasce posizionati sul paziente. Questa procedure permette non solo di individuare la presenza e la gravità delle apnee ostruttive del sonno e il conseguente calo di ossigeno, ma anche di escudere altre forme più rare di patologie del sonno di carattere neurologico che necessitano approfondimenti specialistici ulteriori.
Una volta effettuata la diagnosi, il paziente, se non presenta alterazioni anatomiche delle alte vie respiratorie correggibili chirurgicamente a livello otorinolaringoiatrico o odontoiatrico, deve essere adattato all’utilizzo della c-PAP (ventilazione meccanica a pressione positiva delle vie aeree). Si tratta di ventilatori portatili che erogano un flusso d’aria tramite una maschera che viene applicata al naso o al viso durante le ore notturne. Tale flusso d’aria determina una costante apertura delle vie respiratorie, impedendone il collasso e quindi l’apnea. Lo svantaggio di tale terapia è che deve essere effettuata tutte le notti e a tempo indeterminato, a meno che non si verifichino nel paziente alterazioni tali da ridurre drasticamente il numero di apnee come ad esempio un importante perdita di peso nei soggetti obesi. Con un po’ di pazienza e costanza, soprattutto nel primo periodo di utilizzo, è però possibile ottenere dei benefici immediati soprattutto sulla reattività diurna e le performance quotidiane. Eseguendo controlli specialistici nel tempo, si può quindi verificare il corretto utilizzo di tale apparecchiatura e le alterazioni che si possono manifestare nel tempo.
Presso l’U.O. di Pneumologia dell’Ospedale San Giuseppe di Milano è possibile effettuare il monitoraggio cardio-respiratorio e tutto l’adattamento alla ventilazione non invasiva in ospedale senza necessità di ricovero. Dopo aver effettuato una visita pneumologica, il paziente potrà tramite sistema sanitario nazionale ricevere un appuntamento per polisonnografia. Un tecnico specializzato mostrerà come eseguire l’esame durante la notte; la registrazione sarà quindi refertato dal medico nei giorni successivi e in caso di positività, si darà avvio al percorso di adattamento alla ventilazione. Questa percorso permette di ridurre le liste d’attesa e migliora la compliance del paziente che non è costretto a dormire nel letto di un reparto di degenza, ma resta a casa propria non modificando le proprie abitudini, così riproducendo al meglio le condizioni abituali. Nei casi problematici o di gravi patologie associate, è comunque sempre possibile essere ricoverati in Reparto per esser sottoposti a tali approfondimenti. In regime di libera professione è poi possibile eseguire sia la polisonnografia che tutto l’adattamento alla ventilazione al domicilio, con il tecnico che si recherà di volta in volta a casa del paziente. |