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Blog – Gruppo MultiMedica

Giornata Nazionale della Psico-Oncologia: prendere coscienza del tumore è parte integrante della cura

Ieri all’Ospedale San Giuseppe di Milano, si è svolto un convegno che fa il punto sul contributo dello psico-oncologo nella presa in carico del paziente: lo supporta nell’affrontare la malattia senza angoscia, per ripartire e ricominciare a vivere. L’esperienza ultradecennale dei gruppi di ascolto nati in MultiMedica conferma quanto sia fondamentale dare voce ai pazienti facendoli sentire da subito parte del team di cura.

Quando arriva la diagnosi di tumore, un nuovo ingombrante inquilino si insinua nella testa del paziente e della sua famiglia, si chiama “Paura”. Paura che blocca ogni progettualità e cristallizza il tempo nell’attesa dell’esito di esami, terapie e controlli. Per aiutare il paziente a vincere la malattia “con il corpo” ma anche “con la mente”, la riabilitazione psicologica dovrebbe rientrare nel suo percorso di cura, al pari di interventi chirurgici e trattamenti farmacologici. Se ne parla oggi, all’Ospedale San Giuseppe di Milano, in occasione della III Giornata Nazionale della Psico-Oncologia, nel corso del convegno “Il tempo delle attese in oncologia”. Promosso dalla Società Italiana di Psico-Oncologia (SIPO), con il patrocinio, tra gli altri, dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), della Società Italiana di Cure Palliative (SICP) e del Gruppo MultiMedica, l’evento vede la partecipazione di Francesca Brianza, Vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia ed Emanuele Monti, Presidente della Commissione Sanità e Politiche Sociali di Regione Lombardia.

La patologia oncologica viene vissuta come un trauma che genera caos, annulla le certezze e spezza il sistema unitario mente-corpo”, evidenzia Luigi Valera, referente scientifico dell’evento, Consigliere Nazionale SIPO, Psicoterapeuta in MultiMedica. “Il contributo della psico-oncologia è volto a ricucire questo binomio, poiché la mente influisce sul corpo e viceversa, ma anche a favorire un nuovo atteggiamento nel paziente: passare dall’impasse di un’esperienza traumatica che lo blocca a una nuova presa di coscienza delle proprie possibilità, lasciandosi alle spalle il ruolo passivo di malato per abbracciare quello attivo di co-terapeuta. La psico-oncologia, inoltre, si rivolge ai familiari del paziente, dal momento che il trauma investe loro tanto quanto lui, a volte addirittura in misura maggiore. Impiegando una ‘comunicazione terapeutica che informa, sostiene e ascolta, il nostro scopo è stimolare una ripartenza e una nuova progettualità che coinvolga tutti”.

La letteratura scientifica ha confermato utilità e costo-efficacia della psico-oncologia”, sottolinea Paolo Gritti, Presidente SIPO, Professore Associato di Psichiatria presso l’Università degli Studi della Campania. “Integrando gli interventi oncologici con quelli psico-oncologici si riducono i costi complessivi di gestione della patologia perché il paziente è più coinvolto nel seguire la terapia, le sue condizioni di salute migliorano,con un risparmio di risorse sotto forma di minori ricoveri, trattamenti ambulatoriali e assenze dal lavoro. Benché la psico-oncologia sia sempre più presente nei reparti oncologici italiani, occorrono ulteriori sforzi per renderla capillare su tutto il territorio nazionale. Obiettivo della Giornata Nazionale, giunta alla terza edizione, è promuovere iniziative che coinvolgano gli addetti ai lavori, ma soprattutto il pubblico generale, pazienti, caregiver e volontari, affinché siano consapevoli delle opportunità offerte da questa disciplina”.

Il nostro auspicio,e l’appello che rivolgiamo ai rappresentanti istituzionali presenti oggi, è che la psico-oncologia sia riconosciuta come strumento di cura con pari dignità rispetto a chirurgia, radio e chemioterapia, e che questo riconoscimento si traduca in pratica clinica quotidiana”, afferma Adele Patrini, Presidente Associazione C.A.O.S. (Centro Ascolto Operate al Seno) onlus. “Quando a una persona viene comunicata la diagnosi di tumore, di pari passo dovrebbe iniziare la sua riabilitazione psicologica, per ‘toglierle il cancro dalla testa e dall’anima’, oltre che dal corpo. Più efficace è l’intervento psico-oncologico, più lo sarà quello medico. Pertanto, all’interno del team multidisciplinare che discute il percorso terapeutico dovrebbe esserci, fin dall’inizio, anche lo psico-oncologo e il paziente stesso. L’esperienza ultradecennale dei gruppi di ascolto nati in MultiMedica ci conferma, infatti, l’importanza di dare voce ai pazienti facendoli sentire parte integrante della squadra di cura”.

Nel corso degli anni, Regione Lombardia ha rivolto particolare attenzione al mondo dei malati oncologici, cercando di affrontare a 360 gradi tutte le problematiche che riguardano il paziente, i suoi familiari, le cure, la ricerca”, interviene la Vicepresidente del Consiglio Regionale della Lombardia Francesca Brianza.In ottica del ‘prendersi cura’ è di fondamentale importanza l’interazione tra i vari soggetti e le diverse professionalità coinvolte, così come è fondamentale l’ascolto dei pazienti, delle loro paure, delle loro aspettative. La malattia, infatti, non colpisce solo il corpo ma va ad intaccare anche l’aspetto psicologico e tutto il sistema di relazioni sociali e familiari che ruotano attorno all’ammalato. Per questo motivo la figura dello psicologo diventa più che mai centrale nel percorso di cura del paziente. Regione Lombardia continuerà a garantire la massima attenzione e a lavorare a stretto contatto con le strutture ospedaliere, il personale medico, gli operatori, i volontari e la comunità scientifica, affinché la buona pratica clinica quotidiana possa trasformarsi in protocolli clinici condivisi”.

La nostra Regione è all’avanguardia nella cura dei malati di tumore”, osserva il Presidente della Commissione Sanità e Politiche Sociali di Regione Lombardia, Emanuele Monti. “Questo grazie all’altissima professionalità di chi opera nelle strutture ospedaliere pubbliche e private. Prendere in carico il malato significa non soltanto assicurargli le cure dal punto di vista fisico, ma anche fornirgli il fondamentale supporto psicologico. Per questo risulta di primaria importanza l’opera portata avanti in particolare dal Gruppo MultiMedica sulla psico-oncologia, strumento di sostegno basilare per chi si trova ad affrontare le difficoltà della condizione di malato di tumore”.

 

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