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Dove Siamo
Ospedale San Giuseppe
Via San Vittore 12, Milano
Per informazioni
Il latte materno è l’alimento che la natura ha predisposto per il neonato. È il più adatto dal punto di vista nutrizionale, è ricco di fattori che aiutano lo sviluppo cerebrale e potenziano le difese immunitarie, aiuta ad evitare l’insorgenza delle allergie alimentari ed è economico.
L’allattamento è benefico anche per la mamma: la suzione stimola, tramite l’ossitocina, non solo la produzione del latte, ma anche un rapido ritorno dell’utero alle dimensioni iniziali. La prolattina, ormone dell’allattamento, induce la formazione del latte ma ha anche un effetto rilassante. Aiuta, inoltre, a perdere più rapidamente il peso guadagnato durante la gravidanza.
Il latte materno
La composizione del latte materno subisce modificazioni durante tutto il periodo dell’allattamento, ma anche nell’arco della giornata. Nei primi giorni dopo il parto la donna produce il “colostro”, prezioso per il suo valore nutritivo e soprattutto per il suo elevato contenuto di anticorpi, utili alle difese immunitarie del bambino. La montata lattea può, però, non essere immediata e richiedere anche 5-7 giorni, in funzione altresì del tipo di parto. Lo stimolo che determina la montata lattea è soprattutto la suzione precoce e frequente del neonato. Conviene quindi attaccare il neonato al seno il più presto possibile, se le circostanze lo consentono, anche subito dopo la nascita direttamente in Sala Parto.
Una delle maggiori preoccupazioni è quella di non riuscire ad allattare il proprio bambino e di avere insufficiente quantità di latte per poterlo nutrire adeguatamente. È bene sottolineare che tutte le donne hanno le potenzialità per allattare, la percentuale di coloro a cui, per motivi fisiologici, è impossibile farlo è pari solo all’1%. Il restante 99% è perfettamente in grado di allattare, è sufficiente partire con il piede giusto.
Iniziare ad allattare il prima possibile
Nei primi giorni di vita mettetelo al seno tutte le volte che vi sembra mostrare il desiderio di succhiare, onde stimolare il vostro seno. Ruotare la testa, movimenti di suzione, movimenti delle mani verso la bocca possono essere segnali di fame che precedono il pianto anche di mezz’ora. Il pianto disperato è invece un segnale di fame tardivo. Quando il neonato è in preda al pianto o è sovraeccitato e scoordinato, può avere difficoltà nell’attaccarsi al seno e nella suzione. Procedete con pazienza e costanza, senza scoraggiarvi: ogni istinto può aver bisogno di un po’ di esercizio per esprimersi appieno. Nei primi giorni il neonato tende a dormire molto e fatica ad attaccarsi correttamente al seno: tale fenomeno è normale, ma transitorio.
Il calo fisiologico
Il neonato sano a termine può tollerare l’arrivo della montata lattea, soprattutto se riceve, nel frattempo, il colostro. Il calo di peso si può protrarre per i primi quattro o cinque giorni ed è fisiologicamente compreso fra il 5% e il 10% del peso alla nascita. Viene solitamente recuperato dopo 7-10 giorni.
Il bambino mangerà abbastanza?
Come potete sapere se il vostro bambino prende abbastanza latte?
Col passare del tempo, la mamma impara a capire i segnali di sazietà che il bambino le invia, intuendo con sicurezza se il piccolo è soddisfatto e sta crescendo regolarmente, ma nelle prime settimane questo è più difficile. Un segnale importante sono i pannolini bagnati nelle 24 ore, che dopo i primi 4-5 giorni devono essere almeno 5-6/die.
Non importa quanto mangia, ma quanto cresce!
Se il piccolo cresce regolarmente è un inutile fastidio (e una fonte di ansia per la mamma!) pesarlo prima e dopo la poppata per calcolare la dose di latte assunta. I bambini sono come noi: talvolta mangiano di più, talvolta di meno. È certamente più utile controllare la crescita con una pesata una volta alla settimana. Può essere fatta, per esempio, al momento del bagnetto (quindi più o meno sempre alla stessa ora, nudo e digiuno).
La crescita, esaurita la fase di calo fisiologico, dopo i primi 8-10 giorni di vita è mediamente intorno ai 150- 200 grammi alla settimana. Successivamente le pesate andranno diradate a una volta ogni 15 giorni o al mese.
Può capitare anche che il bimbo sembri soddisfatto dopo aver succhiato, ma pianga non appena messo nel lettino: non è affatto detto che ciò sia indice di fame e di carenza di latte, ma piuttosto di desiderio di contatto o di succhiare per il piacere di farlo.
Lasciate che sia il vostro bambino a suggerirvi l’orario giusto!
Alcuni bambini si alimentano per poco tempo, ma frequentemente, altri si nutrono per più tempo e poi aspettano alcune ore prima della poppata successiva. Non bisogna preoccuparsi della regolarità e della frequenza delle poppate, i bambini cambiano i loro bisogni e le loro esigenze.
Allattamento esclusivo
Il vostro latte contiene tutte le sostanze nutritive e l’acqua di cui il bambino ha bisogno. Se l’accrescimento risulta adeguato non occorre dargli altro per i primi 5 mesi di vita circa. Se avete il dubbio che il piccolo non assuma latte a sufficienza perché vi sembra che cresca poco, piuttosto che fare subito delle integrazioni con il latte artificiale, è meglio che prima proviate:
- a verificare le condizioni e la crescita del vostro bambino con il Pediatra di fiducia;
- a verificare lo stato del vostro seno;
- a facilitare il contatto “pelle a pelle”, ciò spesso rappresenta uno stimolo efficace sul neonato.
Se, nonostante questi accorgimenti, la crescita risultasse insufficiente, occorrerà ricorrere all’integrazione di latte formulato, per la cui indicazione dovrete riferirvi al Pediatra.
Succhiotto o no?
L’uso immotivato del succhiotto è da evitare (soprattutto nei primi giorni di vita), ma talvolta può essere utile a scopo consolatorio.
Allattamento artificiale
Capita a volte che una donna non desideri allattare o che, pur desiderandolo molto, non le sia possibile, per assoluta mancanza di latte o per altri impedimenti o controindicazioni. In tal caso ricorrerete al latte formulato secondo le indicazioni che vi verranno date dal Pediatra.
Dopo la poppata
I capezzoli sono naturalmente lubrificati dalla secrezione di ghiandole cutanee dell’areola: quindi, per la pulizia dei capezzoli, basta sciacquarli con acqua una-due volte al giorno, evitando di utilizzare sapone o altre sostanze.
In quale posizione allattare?
La posizione nella si allatta influisce sull’ esperienza sia della mamma che del neonato.
Problemi comuni durante l’allattamento
L’arrossamento è un’irritazione che si presenta sul capezzolo e sull’areola in donne con pelle particolarmente sensibile, dovuto al vigore della suzione del neonato. Questa condizione non predispone alla formazione delle ragadi, ma deve essere curata per evitare che sentiate dolore durante la poppata.
Ricordatevi di:
- sciacquare il capezzolo solo con acqua, asciugarlo bene, tenere il seno scoperto e lasciare il latte ma- terno (colostro) sul capezzolo dopo la poppata: il colostro ha un elevato potere ristrutturante sulla mucosa
- iniziare ogni poppata dal seno meno arrossato
- controllare la posizione di attacco del neonato
- non utilizzare coppette assorbi-latte; è consigliato invece l’uso di fazzoletti di cotone o conchiglie raccogli- latte in silicone
Sono delle piccole lesioni o ferite sul capezzolo che possono anche sanguinare. In questo caso vi consigliamo di continuare ad allattare ma in modo corretto, anche cambiando spesso posizione. Potete aiutarvi spremendo un po’ di latte prima della poppata per ammorbidire il seno e cospargendo sul capezzolo alcune gocce di latte spremuto a fine poppata.
Consigli:
- evitate l’uso di saponi e creme
- esponete il seno al sole e all’aria
- evitate di staccare il piccolo dal seno prima che lo faccia spontaneamente
- anticipate leggermente il pasto per evitare che il neonato troppo
- affamato succhi in modo eccessivamente energico
- applicate oli emollienti formulati per l’allattamento prima di ogni poppata: con il pollice e l’indice massaggiate il capezzolo delicatamente
- non utilizzate coppette assorbi-latte monouso ma prediligete l’uso di fazzoletti di cotone
Durante l’allattamento può formarsi un intasamento che riconoscerete perché il vostro seno diventerà turgido e dolente. Il latte fuoriuscirà con difficoltà. Tale condizione è diversa dalla normale pienezza del seno, nella quale si ha abbondante perdita spontanea di latte e dove il senso di turgore si risolve dopo la suzione del bambino. Mentre il bambino succhia, massaggiate il seno in corrispondenza della parte ingorgata, andando dalla base del seno verso il capezzolo. Applicate impacchi caldo-umidi sul seno per provocare una vasodilatazione che faciliterà la fuoriuscita del latte. Anche le doccette calde sul seno, sulle spalle e sulla schiena sono utili se effettuate prima della poppata
Un capezzolo che appare piccolo, appiattito o addirittura rientrante non necessariamente rappresenta un problema, perché la suzione del bambino può provocarne l’allungamento e la fuoriuscita. Ricordatevi che il neonato non succhia solo dal capezzolo, ma anche da una buona parte dell’areola. In alcuni casi può essere utile l’utilizzo di particolari sussidi quali paracapezzoli e tiralatte a pompetta.
Il latte materno può essere estratto manualmente spremendo il seno o con l’aiuto di un tiralatte. Può capitare che il bambino non possa essere attaccato al seno a tutti i pasti, ad esempio perché la mamma si deve assentare per brevi periodi o deve riprendere a lavorare. In questi casi è possibile continuare a nutrire il piccolo al biberon con il latte della sua mamma estratto col tiralatte, sen- za dover necessariamente ricorrere al latte artificiale. Prima di ogni raccolta è fondamentale un accurato lavaggio delle mani, per ridurre il rischio di contaminazione del latte estratto.
Conservazione del latte materno
Il latte raccolto in contenitori sterili può rimanere a temperatura ambiente per 4/6 ore. Se non viene scaldato in tale lasso di tempo, può successiva- mente essere conservato sia in frigorifero che nel congelatore.
Il latte raccolto in contenitori sterili può essere conservato in frigorifero per un periodo non superiore alle 72 ore. È importante indicare sul conte- nitore la data e l’ora di effettuazione della raccolta. La modalità corretta per scaldare il latte materno è quella “a bagnomaria”.
Il latte raccolto in contenitori sterili può essere conservato in congelatore per 3/4 mesi. È importante indicare sul contenitore la data di effettuazione della raccolta.
Lo scongelamento può avvenire lentamente (in frigorifero per un periodo non superiore a 24 ore) o rapida- mente (a bagnomaria, con acqua a temperatura non superiore a 37° C, oppure sotto l’acqua corrente tiepida, ponendo attenzione alla chiusura del contenitore, per evitare il rischio di contaminazione del latte). Una volta scongelato, il latte non dovrà essere lasciato a temperatura ambiente: dovrà quindi essere subito somministrato al bambino, oppure conservato nel frigorifero (a + 4° C) ed utilizzato entro 24-48 ore.
È importante ricordare che il latte materno non deve mai essere scaldato nel forno a microonde.
È necessaria una appropriata pulizia e disinfezione delle parti del tiralatte che vengono a contatto con il latte, lavandole prima con acqua calda e detergenti comuni e poi disinfettandole “a caldo” (bollitura del materiale completamente immerso in acqua e coperto per 20 minuti) o “a freddo” (utilizzando soluzioni a base di ipoclorito di sodio, immergendo completamente il materiale per un periodo di almeno 1 ora).
Si consiglia di utilizzare, per la raccolta del latte, dei contenitori di vetro o di plastica rigida, perché garantiscono la stabilità di gran parte dei costituenti del latte materno.
Alimentazione della mamma che allatta
Durante l’allattamento non avete bisogno di osservare una dieta specifica, ma potete liberamente assumere tutti i cibi. Non occorre che beviate grosse quantità di acqua: bevete normalmente ogni volta che avete sete, ma cercate di mantenere un buon grado di idratazione. Limitate il caffè e gli alcolici. La pasta e il pane danno un alto apporto calorico, le verdure forniscono fibre, vitamine e sali minerali, la carne e il pesce sono ricchi di proteine e ferro, latte yogurt e formaggio sono importanti per il calcio. Il latte materno trae componenti da tutti gli alimenti che la madre assume e il vostro bambino imparerà a riconoscere i diversi gusti e, soprattutto, i diversi odori dei cibi. Quando comincerà lo svezzamento sarà più facile che gradisca ciò che ha già “sentito”.
Vi verrà detto di bandire dalla vostra dieta alcuni alimenti come i cavoli, gli asparagi, ecc. Se è vero che alcuni cibi tendono a modificare il sapore del latte, non è detto che il vostro bambino non li gradisca!