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Ospedale San Giuseppe
Via San Vittore 12, Milano


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  • Duo Test

    Il Duo-Test (o Bi-Test) è un test di screening composto da un prelievo di sangue della mamma, in cui vengono dosate due proteine prodotte dalla placenta (freeBHCG e PAPP-A), e da un’ecografia approfondita. Durante quest’ultima, vengono misurati e controllati diversi parametri fetali (translucenza nucale, osso nasale, dotto venoso e controllo accurato dell’anatomia) e richiesti dati anamnestici alla madre. Questi dati vengono poi inseriti in un programma e un algoritmo calcola il rischio che il feto sia affetto da anomalie del numero di cromosomi, in particolare della trisomia 21 (sindrome di Down) o dalla trisomia 18 (sindrome di Edwards) e di identificare condizioni di rischio particolare per alcune anomalie anatomiche e placentari. Esiste un rischio di partenza, che è quello calcolato per età, e un rischio corretto dopo l’inserimento di tutti i dati: il risultato è quindi statistico, viene calcolata una probabilità di avere un figlio affetto da un’anomalia di numero di alcuni cromosomi. Se il rischio stimato è superiore a una probabilità su 300 il test viene definito positivo.

    In cosa consiste il Duo Test?

    Quest’indagine prevede due diversi approcci.

    • un’ecografia esterna in cui vengono misurati alcuni parametri fetali e lo spessore della “translucenza nucale”
    • un prelievo di sangue venoso alla futura mamma in cui si dosano le concentrazioni di alcune proteine presenti nel circolo materno ma prodotte dalla placenta (freeBetaHCG e PAPP-A).

    La translucenza nucale altro non è che il liquido linfatico che si raccoglie nella parte posteriore del collo del feto, in questa fase di sviluppo che va da 10 a 14 settimane. L’eccesso di liquido che determina un aumento di questo spessore si associa ad un maggior rischio di anomalie cromosomiche. Quando lo spessore è molto aumentato si deve considerare anche un maggior rischio di patologie malformative o disfunzioni placentari.

    A questo punto i valori di rischio ottenuti dai due test vengono combinati tra loro e si ottiene così la migliore stima del rischio.

    Quando si esegue il Duo Test?

    L’esame può essere eseguito da 9,0 a 13,6 settimane di gravidanza per la parte biochimica (esami del sangue) e da 11,4 a 13,6 settimane per la parte ecografica. Il prelievo di sangue e l’ecografia possono anche essere eseguiti in due momenti differenti, purché compresi nell’epoca idonea. In linea di massima comunque è più semplice sottoporsi a entrambe le valutazioni nello stesso momento.

    Se si è superato il periodo di 13,6 settimane si può utilizzare lo screening del secondo trimestre.

    Quando è utile sottoporsi a questo esame?

    L’esame è in grado di fornire informazioni utili a tutte le donne, quindi è consigliabile a chiunque sia in gravidanza indipendentemente dall’età. Un discorso a parte deve essere fatto per le donne over 35, che hanno un rischio di partenza più elevato. In questi casi si consiglia generalmente la diagnosi prenatale invasiva (villocentesi o amniocentesi) che è ovviamente in grado di individuare tutte le anomalie cromosomiche, ma che al contempo presenta una piccola quota di rischio di aborto: non tutte le donne quindi desiderano sottoporsi a queste procedure.

    In questi casi il Duo Test può rivelarsi un validissimo aiuto per selezionare le pazienti a rischio maggiore. Bisogna ricordare, infatti, che lo screening del primo trimestre nelle pazienti over 35 consente l’individuazione del 90% dei casi anomali, riducendo del 75% il numero di procedure invasive.

    Lo screening del primo trimestre è inoltre particolarmente utile per le pazienti che si sono sottoposte a fecondazione assistita, che sono ovviamente piuttosto restie a sottoporsi a procedure invasive di diagnosi prenatale. In queste pazienti il Duo Test si dimostra uno strumento di grande efficacia.

    Cosa fare se il rischio risulta aumentato?

    Se il risultato del test non è nella norma, ciò suggerisce solamente l’opportunità di indagare in modo più approfondito il caso attraverso altri esami, e non significa necessariamente che il bambino abbia dei problemi. È possibile ricorrere alla villocentesi dalla 12ª alla 14ª settimana, dopo tale periodo è consigliabile eseguire l’amniocentesi.

    Se la translucenza nucale è particolarmente elevata e i cromosomi del feto sono normali è consigliabile eseguire un’ecocardiografia fetale attorno alle 20 settimane, dato che, questo segno può essere un campanello d’allarme per patologie cardiache.

    Duo Test come metodica di screening

    È importante specificare che il Duo Test non è un test diagnostico in grado di riconoscere se il feto è sano o malato, ma fornisce la miglior stima possibile della probabilità che il feto possa essere affetto dalle anomalie precedentemente descritte. Spetta quindi alla donna e alla coppia decidere se un certo valore di rischio li induca ad affrontare altre procedure diagnostiche come villocentesi o amniocentesi che comportano il rischio, pur piccolo, di danneggiare una gravidanza normale.
    È molto importante capire che anche quando questo esame dà un risultato ottimo (ad esempio 1 su 3000), questo rischio seppur bassissimo non è zero. La coppia che vuole la certezza diagnostica non deve quindi sottoporsi a questo esame, che per quanto accurato non fornisce una diagnosi, ma appunto una stima del rischio.

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