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Dove Siamo
Ospedale San Giuseppe
Via San Vittore 12, Milano
Per informazioni
Il taglio cesareo è un intervento chirurgico per mezzo del quale il ginecologo procede all’estrazione del feto attraverso un’incisione che interessa la parete addominale e il viscere uterino. Concepito come soluzione estrema per salvare la vita del nascituro in un’epoca in cui non esistevano né l’anestesia né le moderne terapie antibiotiche, è attualmente uno degli interventi chirurgici più eseguiti al mondo. Il grande progresso che hanno conosciuto le tecniche anestesiologiche e la farmacologia ha consentito di limitare moltissimo i disagi e le complicanze materne e ha fornito agli ostetrici uno strumento affidabile per affrontare eventuali complicazioni del parto e della gravidanza. Dagli anni ’70 in poi abbiamo assistito a una significativa e progressiva diminuzione della mortalità e morbilità materna e perinatale grazie proprio alla possibilità di effettuare questo intervento in sicurezza, parallelamente allo svilupparsi di una moderna medicina materno-fetale e neonatale e all’applicazione di tecniche di semeiotica fetale come l’ecografia e la cardiotocografia (uno strumento molto diffuso in ostetricia per la valutazione del benessere del feto in ambito perinatale e della presenza, frequenza ed entità delle contrazioni dell’utero della madre durante il parto).
Quando si esegue il parto cesareo?
In generale le indicazioni al taglio cesareo si distinguono tra assolute e relative; le prime comprendono la placenta previa centrale (quando la placenta copre completamente l’orifizio uterino interno), il distacco di placenta, il prolasso di funicolo (o cordone ombelicale), la sproporzione feto-pelvica (ovvero quando la testa del bambino è troppo larga per attraversare la pelvi della mamma), le anomalie della parte presentata (del feto), alterazioni a livello del collo dell’utero, l’infezione da HIV.
Per quanto riguarda, invece, le indicazioni relative alle seconde il riferimento è alla distocia (progressione anomala e lenta del travaglio di parto), a casi di sofferenza fetale, di gravidanza gemellare, di pregresso taglio cesareo o interventi sull’utero, di macrosomia fetale, di restrizione di crescita fetale, di presentazione podalica del feto, di prematurità fetale e di patologie materne.
Negli ultimi anni il ricorso al taglio cesareo è stato sempre più frequente nei Paesi avanzati ma anche in alcune aree meno sviluppate. Fattori come l’aumento medio dell’età materna, le tecniche di medicina di riproduzione, oltre che aspetti economico-sociali e l’emergere di una medicina più “difensiva”, hanno indubbiamente contribuito a un suo maggior ricorso su scala mondiale.
L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e altre Istituzioni sanitarie, internazionali e nazionali, hanno richiamato a un più razionale e opportuno impiego di questa procedura chirurgica. Troppi tagli cesarei porterebbero a un aumento delle complicanze materne (specialmente nel caso di cesarei ripetuti) oltre che a un aumento dei costi. Alcuni hanno anche intravisto una correlazione inversa tra frequenza del taglio cesareo e qualità dell’assistenza ostetrica, sottolineando come il ricorso al taglio cesareo sia più frequente negli ospedali di piccole-medie dimensioni rispetto agli ospedali con più di 2000/3000 parti per anno. Certamente la disponibilità dell’analgesia epidurale, di una Terapia Intensiva Neonatale (TIN) e di uno staff sanitario con esperienza adeguata può ridurre la frequenza del taglio cesareo, che sarà comunque influenzata dal contesto sociale e dal tipo di popolazione di riferimento.
Parti cesarei all’Ospedale San Giuseppe
Fino ad oggi, non abbiamo registrato complicanze significative legate alla procedura chirurgica né sul versante materno né su quello neonatale. Analizzando in particolare il principale parametro di riferimento per la valutazione delle complicanze chirurgiche, ovvero la perdita ematica intraoperatoria, le pazienti sottoposte presso la nostra struttura a taglio cesareo hanno avuto una perdita ematica media del tutto sovrapponibile a quella registrata per i parti vaginali (270 ml versus 260 ml).
Nella maggior parte dei casi abbiamo eseguito un taglio cesareo in elezione, ovvero per una problematica nota prima dell’insorgere spontaneo del travaglio di parto. Le indicazioni più frequenti sono state, infatti, una pregressa chirurgia uterina (pregresso taglio cesareo o miomectomia, asportazione di miomi o fibromi presenti nell’utero) e le presentazioni fetali anomale (il caso più frequente è il feto podalico). Solo nel 32% delle donne sottoposte a taglio cesareo l’indicazione all’intervento è stata data nel corso del travaglio di parto. Nella quasi totalità dei casi il taglio cesareo è stato effettuato utilizzando una tecnica anestesiologica loco-regionale, consentendo alla paziente di assistere alla nascita del proprio figlio in piena consapevolezza senza tuttavia avvertire dolore. L’allattamento al seno è sempre stato stimolato e proposto alle mamme che hanno partorito mediante taglio cesareo favorendo, in tutti i casi, il contatto madre-bambino sin dall’immediato post-operatorio.
Strategie per diminuire il ricorso al taglio cesareo
Le strategie suggerite dall’OMS e dalle principali società scientifiche per ridurre il ricorso al taglio cesareo sono la disponibilità nelle 24 ore dell’analgesia epidurale, la possibilità per le donne già cesarizzate di tentare un travaglio “di prova” dopo il primo cesareo e, infine, la possibilità di effettuare un rivolgimento per manovre esterne, ovvero di modificare la presentazione del feto nelle donne con feto in posizione podalica. Tutte queste “possibilità” sono offerte dal nostro reparto a quelle pazienti per le quali non sussistano controindicazioni o rischi aggiuntivi significativi. La valutazione adeguata di questi rischi e di quelli eventualmente insorgenti nel corso del travaglio è fondamentale per garantire il miglior esito in termini di salute e benessere per la madre e per il neonato. Presso il nostro reparto lo sforzo di tutti i sanitari è rivolto a identificare correttamente questi rischi e permettere alle donne di mettere alla luce i propri figli nel modo più adeguato e sicuro possibile.